Utente:Esculapio/Sandbox/Progetto:Antartide
L’Antartide ha una posizione politica insolita: è l’unica grande massa continentale al mondo non controllata da nessun singolo paese. Invece, è regolato dal Trattato Antartico, in cui i paesi lavorano in cooperazione per gestire il continente e l’oceano circostante e accettano di sospendere le rivendicazioni territoriali esistenti.
Base Bharati (D:Q627152)[modifica | modifica wikitesto]
Base Bharati | |
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Stato | Antartide |
Altitudine | 35 m s.l.m. |
Gestita da | India |
Tipo | Base permanente |
Fondazione | 2012 |
La Base Bharati è una stazione di ricerca antartica permanente indiana situata sui colli Larsemann della Terra della Principessa Elisabetta, nei presi della Baia di Prydz nell'Antartide Orientale.
Il nome della stazione è un omaggio alla dea Bharati (conosciuta anche come Saraswatī), la prima delle tre grandi dee dell'induismo, patrona di ogni arte e scienza.[1]
La stazione di ricerca opera nell'ambito del Programma nazionale antartico indiano (National Centre for Polar & Ocean Research - NCPOR [2]); is one of two active Indian research stations, alongside Base Maitri.
Struttura[modifica | modifica wikitesto]
La base Bharati è un edificio a tre piani con una superficie complessiva di 2900 m2, over a small footprint of 1650 m2.[2]
È una struttura modulare of customized ISO shipping containers. Up to eight ISO corner fittings per node are three- dimensionally interconnected forming a multi-storey building, so that the structural bracing is entirely given by the containers. All parts can easily be installed by hand using a wrench. [3]
Tale tecnica, adottata per la prima volta in Antartide dell'India, ha consentito di ridurre notevolmente i costi ed i tempi di realizzazione, nonchè l'impatto ecologico dell'installazione[4].
Station can support 47 personnel on twin sharing basis in the main building during summer as well as winters with additional 25 in emergency shelters / summer camps during summers and thus making the total capacity as 72. The station consists of one main building, fuel farm, fuel station, sea water pump house, a summer camp and a number of smaller containerized modules.[2]
The communication is through dedicated satellite channels providing connectivity for voice, video and data with the India mainland.[2]
Attività[modifica | modifica wikitesto]
Bharati's research mandate focuses on oceanographic studies and the phenomenon of continental breakup.
This station is also being utlized by the Indian Space Research Organisation (ISRO) for Satellite per telerilevamento (AGEOS), for receiving Indian Remote sensing Satellite (IRS) (like CARTOSAT-2, en:SCATSAT-1, RESOURCESAT-2/2A and en:CARTOSAT-1 satellites) raw data and beaming back this high-speed satellite raw data in real time from Bharati Station to NRSC in Hyderabad for processing the images since mid 2010s.[5]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Encyclopaedia of Hinduism, Sarup & Sons, 1999, p. 1214, ISBN 978-81-7625-064-1.
- ^ a b c d (EN) Bharati, su www.ncaor.gov.in, National Centre for Polar & Ocean Research. URL consultato il 28/05/2024.
- ^ (EN) The Container Connection of the New Indian Antarctic Research Station, su structurae.net. URL consultato il 28/5/2024.
- ^ (EN) John Gendall, The Coolest Architecture on Earth Is in Antarctica, in The New York Times, 6 gennaio 2020.
- ^ Aboutus_Org_DRS | NRSC Web Site, su nrsc.gov.in.
Categoria:India in Antartide Bharati
Programma Nazionale di Ricerche in Antartide[modifica | modifica wikitesto]
Spedizioni[modifica | modifica wikitesto]
Il PNRA ha portato a termine, tra il 1985 e il 2024, 39 spedizioni, sviluppando attività scientifiche e tecnologiche di rilievo nazionale e internazionale[1][2].
- XI spedizione - 1995/96
- XII spedizione - 1996/97
- XIII spedizione - 1997/98
- XVI spedizione - 1998/99
- XV spedizione - 1999/2000
- XVI spedizione - 2000/01
- XVII spedizione - 2001/02 e XVIII spedizione - 2002/03. Vengono completate la struttura portante e la copertura delle due “torri” che ospiteranno la Stazione Concordia a Dome C. La trivellazione nel ghiaccio del progetto EPICA raggiunge la profondità di 3201 m.
- XIX spedizione - 2003/04. La diciannovesima spedizione, la prima dopo la scomparsa di Mario Zucchelli, ha coinvolto 308 partecipanti. Si è avvalsa del supporto logistico della nave Italica e della nave OGS Explora e ha comportato l'allestimento di 9 campi remoti.
- XX spedizione - 2004/05. Viene completato l'allestimento della stazione Concordia e nell'inverno australe 2005 inizia l'apertura permanente della base anche durante l'inverno antartico. Il progetto di perforazione dell' European Project for Ice Coring in Antarctica (EPICA) raggiunge la profondità finale di 3270 m, con un'età del ghiaccio risalente a quasi un milione di anni. La stazione Baia Terra Nova (BTN) viene intitolata a Mario Zucchelli (MZS).
- XXI spedizione - 2005
- XXII spedizione - 2006
- XXIII spedizione - 2007
- XXVI spedizione - 2008
- XXV spedizione - 2009
- XXVI spedizione - 2010
- XXVII spedizione - 2011
- XXVIII spedizione - 2012
- XXIX spedizione - 2014
- XXX spedizione - 2015
- XXXI spedizione - 2015/16
- XXXII spedizione - 2016/17
- XXXIII spedizione - 2017/18
- XXXIV spedizione - 2018/19
- XXXV spedizione - 2019/20
- XXXVI spedizione - 2020/21
- XXXVII spedizione - 2021/22
- XXXVIII spedizione - 2022/23
- XXXIX spedizione - 2023/24 - 6/2/2024 chiusa MZS: arrivederci alla prossima campagna!
Dopo aver messo in sicurezza gli impianti e assicurato il funzionamento degli strumenti che rileveranno e trasmetteranno in Italia i dati anche durante l’inverno antartico, l’ultimo gruppo di tecnici ha chiuso e lasciato la stazione per far rientro a casa. Se presso la stazione Mario Zucchelli si sono concluse le attività della 39a campagna estiva, le operazioni italiane in Antartide proseguono: presso la stazione Concordia è iniziato il 20° Winterover e la N/R Laura Bassi sarà impegnata fino a fine marzo nelle attività di ricerca oceanografica nel mare di Ross. L’ENEA, in quanto ente responsabile della pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche, ha fornito ai ricercatori tutto il supporto necessario a svolgere le attività dei 31 progetti di ricerca in programma e garantito il funzionamento delle stazioni per offrire un ambiente lavorativo accogliente agli oltre 130 partecipanti tra tecnici, ricercatori ed esperti delle Forze Armate italiane.https://www.italiantartide.it/6-02-2024-chiusa-mzs-arrivederci-alla-prossima-campagna/
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Spedizioni, su PNRA. URL consultato il 16/5/2024.
- ^ Spedizioni, su italiantartide.it. URL consultato il 26/5/2024.
Arrival Heights[modifica | modifica wikitesto]
Arrival Heights | |
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Tipo di area | Classificazione IUCN IA: Riserva Naturale Integrale |
Class. internaz. | ASPA 122 |
Stato | Antartide |
Superficie a terra | 0,73 km² |
Arrival Heights è una piccola catena di basse colline che si erge in vicinanza dll'estremità sud-orientale della penisola di Hut Point, nell'Isola di Ross.[1][2][3]
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il sito fu esplorato nel corso della Spedizione Discovery (1901–04), sotto la guida di Robert Falcon Scott. Fu battezzato Arrival Heights (letteralmente "Alture dell'arrivo) per la sua prossimità con il punto di arrivo della spedizione.[1]
Territorio[modifica | modifica wikitesto]
La penisola di Hut Point è formata da un allineamento di crateri vulcanici che si estende verso sud dalle pendici del Monte Erebus. Dati da rilevamenti magnetometrici aerei e modelli magnetici di sottosuolo indicano che le rocce vulcaniche ad elevata suscettività magnetica sottostanti la penisola sono probabilmente spesse meno di 2 km, e le datazioni radiometriche suggeriscono per la maggior parte delle rocce basaltiche un'età inferiore a 750 ka.[3]
I terreni delle Arrival Heights consistono per la maggior parte in scorie vulcaniche depositate dalle eruzioni del Monte Erebus, con granulometria variabile dal silt ai massi. Lo spessore dei depositi superficiali va da pochi centimetri a decine di metri, con il permafrost sottostante il livello superficiale di depositi attivi. Gli affioramenti esposti ad Arrival Heights comprendono colate di lava alterate e rimaneggiate nel corso del tempo. Depositi sabbiosi poligonali coprono un'area approssimativa di 0.5 km2; poiché lo stato di area protetta ne ha limitato il disturbo fisico derivante dalle attività umane, queste strutture sono di gran lunga più estese che in qualunque altro luogo nelle vicinanze della penisola di Hut Point. [3]
L'area è un sito "silente" sotto il profilo elettromagnetico che offre le condizioni ideali per l'installazione di strumenti sensibili per la registrazione di dati associati ai programmi di ricerca sull'alta atmosfera. Inoltre, le caratteristiche geografiche del sito, come la sua posizione elevata e quindi l'ampio orizzonte visivo, la morfologia del cratere vulcanico e la vicinanza alla Stazione McMurdo (USA) (1,5 km a sud) e alla Base Scott (NZ) (3 km a sud-est), continuano a rendere l'area preziosa per studi sull'alta atmosfera.[2]
Flora[modifica | modifica wikitesto]
Nel sito è stata censita una ricca popolazione di licheni che comprende: Buellia alboradians, Buellia frigida, Buellia grisea, Buellia pernigra, Caloplaca citrine, Candelariella flava, Lecanora expectans, Lecanora fuscobrunnea, Lecidella siplei, Parmelia griseola, Parmelia leucoblephara e Physcia caesia. Tra i muschi la specie maggiormente rappresentata è Syntrichia lithophila.[3]
Conservazione[modifica | modifica wikitesto]
L'area è classificata dal Trattato Antartico come Area Specialmente Protetta dell'Antartide (codice ASPA 122) per la sua importanza nella ricerca sull'alta atmosfera.[2][3]
Nel sito vengono condotte numerose indagini scientifiche a lungo termine, la maggior parte delle quali si concentra sull'atmosfera terrestre e sulla magnetosfera.[3]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b (EN) Arrival Heights, su Dizionario Geografico Composito dell'Antartide, SCAR. URL consultato il 6/5/2024.
- ^ a b c (EN) ASPA 122 - Arrival Heights, Hot Point Peninsula, Ross Island, su Antarctic Protected Areas Database. URL consultato il 19/5/2024.
- ^ a b c d e f (EN) Management Plan for Antarctic Specially Protected Area No. 122 - Arrival Heights, Hot Point Peninsula, Ross Island (PDF). URL consultato il 6/5/2024.
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Categoria:Aree naturali protette dell'Antartide
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- Ary Rongel (H-44) - rompighiaccio e nave da ricerca.[1]
- Cruzeiro do Sul (H-38) - nave da ricerca oceanografica.
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Punta Cierva[modifica | modifica wikitesto]
Conservazione[modifica | modifica wikitesto]
Punta Cierva, le isole vicine come l'isola Midas, l'isola Sterneck e altre, nonché il mare che le divide fanno parte di un'area di circa 5 903 ettari che è stata designata Area Specialmente Protetta dell'Antartide (codice ASPA 134),[2] in virtù del valore biologico delle sue acque e della sua insolita biodiversità.
- isola Midas detta anche José Hernández Island (64°10'10.06S, 61°6'11.34W)
- isola Sterneck Apéndice Island (64°11'41.99S, 61°1'3.25W)
- isola Moss Islote Musgo (64°10'2.22S, 61°1'49.43W)
- isola Penguin Islote Pingüino o Mar (64°8'35.90S, 60°59'11.43W)
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (PT) Navios, su marinha.mil.br. URL consultato l'8/5/2024.
- ^ (EN) ASPA 134: Cierva Point and offshore islands, Danco Coast, Antarctic Peninsula, su Antarctic Protected Areas Database. URL consultato il 29 aprile 2024.
Spedizione Palmer-Pendleton (1829-1831) (D:)[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Balch, Edwin Swift, Stonington Antarctic Explorers, in Bulletin of the American Geographical Society, 41 (8), 1909, pp. 473–92.
Until the twentieth century, most expeditions were for commercial purpose, to look for the prospects of seal and whale hunting. [1][2]
Spedizione Palmer-Pendleton (1829-1831)[3][4]
La spedizione, finanziata da Jeremiah N. Reynolds, prevedeva l'impiego di due brigantini - Annawan e Seraph, sotto il comando rispettivamente di Benjamin Pendleton e Nathaniel B. Palmer - e dalla scuna Penguin comandata da Alexander Palmer.[5][6]
Durante la spedizione James Eights si occupò della catalogazione di flora e fauna dei territori raggiunti. Fu lui a descrivere il primo fossile vegetale mai rinvenuto nella regione antartica, ossia la sezione di frammento di albero carbonizzato incluso in un conglomerato basaltico[7] Nelle Isole Shetland Meridionali scoprì una nuova specie di Pycnogonida fino ad allora sconosciuta[8] e descrisse il fenomeno dei massi erratici.[9] A Eights si devono anche i primi campioni da erbario di flora antartica, rappresentati da campioni dei muschi Polytrichastrum alpinum e Sanionia uncinata, raccolti sull'Isola di re Giorgio, situata circa 160 km a nord della penisola Antartica.[10]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Charles Wilkes, su south-pole.com.
- ^ Hero: A New Antarctic Research Ship, su palmerstation.com, 1968.
- ^ (EN) James Eight and the Palmer-Pendleton Expedition of 1829-1831, su polar-reading.mysticseaport.org.
- ^ (EN) 1820-21 American Sealing Voyage to South Shetlands and Antarctic Peninsula aboard Hero and Express (commanded by George Pendleton with Nathaniel Palmer), su polar-reading.mysticseaport.org.
- ^ The reincarnation of James Eights, Antarctic Explorer, su web.archive.org, 19 aprile 2005. URL consultato il 15 aprile 2024 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2005).
- ^ (EN) James Eight and the Palmer-Pendleton Expedition of 1829-1831, su polar-reading.mysticseaport.org.
- ^ M. R. A. Thomson, An Annotated Bibliography Of The Paleontology Of Lesser Antarctica And The Scotia Ridge, in N.Z. Journal of Geology and Geophysics, vol. 20, n. 5, 1977, pp. 865–904, DOI:10.1080/00288306.1977.10420686.
- ^ (EN) Eights J., Description of a new crustaceous animal found on the shores of the South Shetland Islands, with remarks on their natural history, in Trans. Albany Inst, 2(1), 1833, pp. 53-69.
- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore:0
- ^ (EN) Ivanets, V., M. Wierzgoń, H. Yevchun & I. Yu. Parnikoza, Range extensions for moss species on the west side of the Antarctic Peninsula (PDF), in Cryptog., Bryol., 44(2), 2023, pp. 61-88, DOI:10.5252/cryptogamie-bryologie2023v44a2.
Lista dei siti ASPA[modifica | modifica wikitesto]
Le ASPA riconosciute al gennaio 2024 sono 75.[1]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) Antarctic Protected Areas Database, su ats.aq. URL consultato il 1/2/2024.