Coordinate: 45°02′57″N 1°10′34″E

Grotte di Lascaux

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Grotte di Lascaux
Uri dipinti su una parete della grotta
Stato
Regione  Nuova Aquitania
ComuneMontignac (Dordogna)
Altitudine180 m s.l.m.
Profondità30 m
Lunghezza235 m
OrigineCarsica
Uso abitativoMagdaleniano, 19 000 - 15 000 BP
Data scoperta12 settembre 1940
Apertura al pubblico1946
Coordinate45°02′57″N 1°10′34″E
Mappa di localizzazione: Francia
Grotte di Lascaux
Grotte di Lascaux
 Bene protetto dall'UNESCO
Grotte di Lascaux della valle del Vézère
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(i) (iii)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal1979
Scheda UNESCO(EN) Prehistoric Sites and Decorated Caves of the Vézère Valley
(FR) Lascaux

Le Grotte di Lascaux (in francese Grotte de Lascaux) sono un complesso di caverne che si trova nella Francia sud-occidentale. Le grotte si trovano vicino al villaggio di Montignac, nel dipartimento della Dordogna.

Nel 1979 le grotte di Lascaux sono state inserite nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, con le altre grotte che si trovano nella valle del fiume Vézère.

Nelle grotte si trovano esempi di opere di arte parietale risalenti al Paleolitico superiore: molte di queste opere vengono fatte risalire ad una data approssimativa di 17500 anni fa.[1][2] Il tema più comunemente rappresentato è quello di grandi animali dell'epoca (fra i quali l'uro, oggi estinto), resi con grande ricchezza di particolari. Tra le figure più note ricordiamo il bovino che salta, databile al tardo perigordiano o magdaleniano[3], presente nella cosiddetta Sala dei Tori.[4]

Il complesso di caverne venne scoperto il 12 settembre 1940 da quattro ragazzi francesi: Marcel Ravidat (1922-1995), Jacques Marsal (1926-1989), Georges Agnel (1924-2012) e Simon Coencas (1927-2020) nella proprietà della famiglia La Rochefoucauld-Montbel: il cane di Marcel era finito per caso in un buco che risultò poi essere uno degli accessi alle grotte. Dopo la fine della seconda guerra mondiale le caverne vennero aperte al turismo di massa, ma nel 1955 l'anidride carbonica prodotta dai 1.200 visitatori giornalieri aveva visibilmente danneggiato le pitture. Per questo motivo nel 1963 le caverne vennero chiuse al pubblico e i dipinti vennero restaurati per riportarli al loro stato originale.

Dal 1998 infestazioni fungine hanno invaso ampie parti del complesso e richiesto interventi straordinari di manutenzione; dal 2008, a seguito del peggioramento della situazione (con una nuova infestazione avviatasi nel 2007) e delle difficoltà per rimuoverne le tracce, le grotte sono state completamente chiuse al pubblico. È stato attivato un comitato scientifico internazionale, finalizzato a studiare le migliori modalità di tutela e ripristino ambientale del complesso. Oggi i dipinti sono monitorati regolarmente, per cercare di evitare il loro ulteriore deterioramento.[5]

Pitture rupestri

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La grotta contiene circa 6.000 figure, che possono essere raggruppate in tre categorie principali: animali, figure umane e segni astratti. I dipinti non contengono immagini del paesaggio circostante o della vegetazione del tempo.[6] La maggior parte delle immagini principali sono state dipinte sui muri usando i colori rosso, giallo e nero da un elevato numero di pigmenti minerali[7], compresi composti di ferro come l'ossido di ferro (ocra)[8], ematite e goethite[9], così come i pigmenti contenenti manganese.[8]

Oltre 900 possono essere identificati come animali e 605 di questi sono stati identificati con precisione. Di queste immagini, ci sono 364 dipinti di equini e 90 dipinti di cervi. Sono rappresentati anche bovini e bisonti, ciascuno dei quali rappresenta il 4-5% delle immagini. Altre immagini comprendono sette felini, un uccello, un orso, un rinoceronte e un essere umano.

Nel 1983 è stata aperta Lascaux II, una replica della grande sala dei tori e della galleria dipinta, situata a circa 200 metri dalle grotte originali; Lascaux II dal 2008 è divenuta la meta principale di visita, dopo la chiusura cautelativa del complesso originale. Ad alcuni chilometri da Montignac, nel parco di Le Thot, sono esposte altre riproduzioni dei dipinti delle grotte di Lascaux.[8] Nel settembre 2021 presso la Cité de l'Architecture et du Patrimoine di Parigi ha aperto la mostra virtuale in 3D delle grotte e delle pitture, realizzata dalla Dassault Systèmes.[8]

  1. ^ (EN) Holly Capelo, Symbols from the Sky: Heavenly messages from the depths of prehistory may be encoded on the walls of caves throughout Europe, su seedmagazine.com, Seed Magazine, luglio 2010. URL consultato il gennaio 2011 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2012).
  2. ^ (EN) merlynne6, What the Lascaux Cave Paintings Tell Us About How Our Ancestors Understood the Stars, su environmentalgraffiti.com, 2009. URL consultato il gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2010).
  3. ^ Didascalia 5 a pagina 5 del testo Adorno - Mastrangelo 1994:5
  4. ^ Didascalia 6 a pagina 6 del testo Adorno - Mastrangelo 1994:5
  5. ^ (FREN) Coye, N., Lascaux et la conservation en milieu souterrain (Lascaux and Preservation Issues in Subterranean Environments), in actes du symposium international (Paris, 26-27 fév. 2009) - Proceedings of the International Symposium (Paris, February 26 and 27 2009), Parigi, Éditions de la Maison des sciences de l'homme, 2011. 360 pagine.
  6. ^ (EN) Nechvatal, Joseph, Immersion Into Noise, in Ann Arbor, Open Humanities Press, 2011, pp. 74–76.
  7. ^ (EN) Dickson, D. Bruce, The Dawn of Belief: Religion in the Upper Paleolithic of Southwestern Europe, 1992.
  8. ^ a b c d (EN) Visite de la grotte de Lascaux 1/1, le jumeau virtuel, su citedelarchitecture.fr, 2013.
  9. ^ (EN) Chalmin E, Farges F, Vignaud C, et al., Discovery of Unusual Minerals in Paleolithic Black Pigments from Lascaux (France) and Ekain (Spain) (PDF), 2006.
  • Piero Adorno, Adriana Mastrangelo, Arte. Correnti e artisti. Per le Scuole superiori, Volume 1, Messina-Firenze, D'Anna, 1994, ISBN 88-8104-139-1.
  • Georges Bataille, Lascaux - La nascita dell'arte, Traduzione di Luca Tognoli, Milano, Abscondita, 2017, ISBN 978-88-8416-883-2.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN260905473 · GND (DE4034608-0 · BNF (FRcb119342678 (data) · J9U (ENHE987007555610605171 · NDL (ENJA00956069