Canti al villaggio

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Canti al villaggio
Titolo originaleПесни На Деревне
Altri titoliCanti in campagna
Il villaggio di Jasnaja Poljana (Foto di S. Prokudin-Gorskij)
AutoreLev Tolstoj
1ª ed. originale1910
1ª ed. italiana1960
Genereracconto
Lingua originalerusso
AmbientazioneJasnaja Poljana, 22 ottobre 1909

Canti al villaggio (in russo Песни На Деревне?, Pesni Na Derevne) è un racconto di Lev Tolstoj scritto nel novembre del 1909 e pubblicato nel 1910.

È una nebbiosa mattina autunnale. L'io narrante sente degli allegri canti, accompagnati da un'armonica e, senza che lo volesse, se ne sente attratto. Cinque giovani del villaggio, quattro scapoli e uno sposato, sono stati chiamati alle armi. I giovani coscritti fanno il giro del paese, per i saluti, accompagnati da un allegro canto popolare, una barynja, suonato con l'armonica da uno dei cinque giovani. Le donne del villaggio sono addolorate e si disperano ad alta voce; gli uomini sembrano rassegnati, o addirittura di buon umore. Lo scrittore parla con un contadino suo conoscente: è il padre del giovane sposato; spera che, sotto le armi, suo figlio riesca almeno a guadagnarsi il pane per sé, e aggiunge: «Per dispiacere, dispiace. Ma che ci si può fare?»[1]. Il narratore vede accanto a lui un vecchietto che riconosce a stento: è Prokofij dai capelli rossicci, «un bravo mužik lavoratore al quale, come spesso accade, come in un susseguirsi di fatalità, erano capitate una disgrazia dopo l'altra: una volta gli avevano portato via due cavalli, un'altra aveva avuto un incendio, poi gli era morta la moglie»[2]. Il narratore gli indica un bel giovane di alta statura e di aspetto fiero, che sarà arruolato sicuramente nella guardia, e gli chiede se sa chi sia. Prokofij risponde: «È il mio» e scoppia a piangere. Solo a queste parole il narratore avverte «l'orrore di quel che stava avvenendo» e se ne torna a casa pieno di vergogna «per aver osservato tutto ciò come uno spettacolo interessante». E conclude:

«E pensare che tutto ciò si compie per migliaia, per decine di migliaia di persone in tutta la Russia, e si è compiuto, e si compirà ancora a lungo, per questo mite, saggio, santo e così ferocemente e perfidamente ingannato popolo russo.»

Genesi dell'opera

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Nei Diario del 22 ottobre 1909 Tolstoj fa una lunga descrizione della partenza di cinque reclute dal villaggio di Jasnaja Poljana. Tolstoj racconta di essersi messo a conversare con Vasilij Matveevič, padre di uno dei coscritti, quello sposato. Si sono avvicinati allora lo starosta e un vecchio. Tolstoj ha chiesto loro chi fosse «un giovane alto, vestito bene, spigliato, che cammina baldanzoso». Il vecchio ha risposto che era suo, ed è scoppiato in lagrime, suscitando le lagrime di Tolstoj[3]. Tolstoj lavorò a questo racconto dal 5 all'8 novembre 1909 il quale apparve in una antologia per il giubileo del Fondo per l'Assistenza ai letterati (in russo Юбилейный сборник Литературного фонда?, Ûbilejnyj sbornik Literaturnogo fonda) pubblicato a San Pietroburgo nel 1910[4][5].

  • Lev N. Tolstoj, «Canti in campagna»; traduzione di G. De Dominicis Jorio. In: Lev N. Tolstoj, Tutte le opere narrative e di teatro di Lev N. Tolstoj; a cura di Eridano Bazzarelli, Vol. IV: Resurrezione; Ultimi racconti: 1889-1910, Milano: U. Mursia e C.; Milano: APE Corticelli, 1960
  • Lev Tolstòj, «Canti al villaggio»; traduzione di Serena Prina. In: Lev Tolstòj, Tutti i racconti, a cura di Igor Sibaldi, Collezione I Meridiani, Milano: Mondadori, Vol. II, V ed., maggio 2005, pp. 1228-33, ISBN 88-04-35177-2
  1. ^ Lev Tolstòj, «Canti al villaggio»; traduzione di Serena Prina, op. cit., p. 1229.
  2. ^ Lev Tolstòj, «Canti al villaggio»; traduzione di Serena Prina, op. cit., p. 1232.
  3. ^ Diari di Tolstoj, on-line
  4. ^ Igor Sibaldi, «Note ai testi», op. cit., Vol. II, p. 1466.
  5. ^ L.N. Tolstoj, Sobranie sočinenij v 22 t, Moskva: Hudožestvennaâ literatura, 1983, Vol. XIV, pp. 314-19 (on-line)

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